La depurazione dell’acqua e del terreno è un processo fondamentale per la tutela dell’ambiente e della salute umana. Le acque reflue prodotte dalle attività umane contengono spesso sostanze inquinanti di origine organica o inorganica, che possono alterare gli equilibri naturali dei corpi idrici e delle falde acquifere. Per questo motivo, le acque reflue devono essere sottoposte a trattamenti depurativi prima di essere restituite all’ambiente.
Esistono diversi metodi di depurazione delle acque reflue, che si basano su principi meccanici, chimici o biologici. Tra questi, un ruolo importante è svolto dalle microalghe, che sono organismi vegetali unicellulari o pluricellulari che possono essere coltivati in appositi impianti. Le microalghe hanno la capacità di assorbire la luce solare e di trasformare l’anidride carbonica e l’acqua in ossigeno e biomassa, attraverso il processo della fotosintesi. In questo modo, le microalghe contribuiscono a ridurre le emissioni di gas serra e a produrre energia rinnovabile.
Le microalghe possono anche essere utilizzate per la depurazione delle acque reflue, in quanto sono in grado di rimuovere dall’acqua sostanze azotate, fosforate e altre sostanze organiche o inorganiche. Le microalghe possono arricchire il terreno con i nutrienti che contengono, favorendo la crescita di altre piante. Questo tipo di depurazione si basa sul principio della fitodepurazione, che sfrutta le proprietà depurative delle piante acquatiche o terrestri.
La depurazione delle acque reflue con le microalghe presenta diversi vantaggi rispetto ad altri metodi. Innanzitutto, è un processo naturale che non richiede l’uso di prodotti chimici o di energia elettrica. In secondo luogo, è un processo economico e sostenibile, in quanto le microalghe possono essere facilmente coltivate e raccolte. In terzo luogo, è un processo che genera benefici ambientali e sociali, in quanto le microalghe possono essere utilizzate per la produzione di biocarburanti, alimenti, fertilizzanti e altri prodotti di interesse industriale.